Feriti ma in piedi


Siamo rientrate in classe dopo la seconda scossa, per recuperare le pagelle. Non sapevamo che di lì a poco, mentre aiutavamo le inservienti della mensa a fare panini per i bambini che erano ancora a scuola, ne sarebbe arrivata una terza.
Non basta neanche aggrapparsi gli uni agli altri, in questo momento. Sì, serve a non perdere la speranza e a mantenere i contorni (tremanti) della realtà, ma non basta.

"Questo è il momento della persona! Dobbiamo renderci conto chi ci dà la vita adesso, chi ci dà il punto di appoggio adesso. Ora le spiegazioni penultime non servono. Anche se tremano i monti, tu sei il mio Dio: questa è l'espressione ultima dell'uomo. Io chi sono? Sono una parte di questo tutto inghiottito dalla terra o sono qualcosa d'altro? Ora non basta metterci insieme, perché quello che è successo travolge tutti: per starci davanti siamo costretti a non rimanere nell'apparenza. Il Mistero - siccome siamo testardi - può farci capire chi siamo facendo tremare tutto: "Vi rendete conto chi siete voi e Chi sono Io"?

don Julian Càrron

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