Sulla morte, senza esagerare

Wyslawa Szymborska (2 luglio 1923 - 1 febbraio 2012)

In questa foto mi sembra di risentire il suono della sua voce: vivace, fragile come quella di un uccellino, ma con un'anima di acciaio. Quando ho scoperto le sue poesie, non ho potuto fare a meno di inseguirla. In un improbabile reading poetico alla società letteraria di Cracovia, nell'estate del 2006, cui lei non si presentò. Qualche anno dopo, a Siena, dove la incontrai per un breve minuto. Mi guardava gli occhi, non il libro che autografava.
A cosa servono le parole di fronte alla vertigine dell'essere umani? A  ricordare. A raccontare. A vivere. Con parole, come le sue, che sorridono con la loro grazia. E intanto si insinuano, come una lama, nel punto dove l'anima si sfila dalla carne, per prendere possesso di entrambe.
Guardate!


Sulla morte, senza esagerare
(da Gente sul Ponte, trad. Pietro Marchesani, Scheiwiller 1997)


Non si intende di scherzi,
stelle, ponti,
tessitura, miniere, lavoro dei campi,
costruzione di navi e cottura di dolci.


Quando conversiamo del domani
intromette la sua ultima parola
a sproposito.


Non sa fare neppure ciò
che attiene al suo mestiere:
né scavare una fossa,
né mettere insieme una bara
né rassettare il disordine che lascia.


Occupata a uccidere,
lo fa in modo maldestro,
senza metodo né abilità.
Come se con ognuno di noi stesse imparando.


Vada per i trionfi,
ma quante disfatte,
colpi a vuoto
e tentativi ripetuti da capo.


A volte manca la forza
di far cadere una mosca in volo.
Più d'un bruco
la batte in velocità.


Tutti quei bulbi, baccelli,
antenne, pinne, trachee,
piumaggi nuziali e pellame invernale
testimoniano i ritardi
nel suo svogliato lavoro.


La cattiva volontà non basta
e perfino il nostro aiuto con guerre e rivoluzioni
è, almeno finora, insufficiente.

I cuori battono nelle uova.
Crescono gli scheletri dei neonati.
Dai semi spuntano le prime due foglioline,
e spesso anche grandi alberi all'orizzonte.


Chi ne afferma l'onnipotenza,
è lui stesso la prova vivente
che essa onnipotente non è.


Non c'è vita
che almeno per un attimo
non sia immortale.


La morte
è sempre in ritardo di quell'attimo.


Invano scuote la maniglia
d'una porta invisibile.
A nessuno può sottrarre
il tempo raggiunto.

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